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Prefazione clxi

gli huomini ch’Ella pone ne’ governi operino bene.„1 E, per quanto l’opera del Manso meriti poca fede, non può su questo punto ripudiarsi così alla leggiera; giacchè egli la scrisse precisamente per richiesta dello stesso Cardinal Pietro,2 e, d’altra parte, il fatto è anche attestato da una pasquinata, che ha tutta l’aria d’essere autentica, benché si trovi nella raccolta del Lafon, il quale, secondo il solito, non dice di dove l’abbia cavata:

Marforlo à Fasquin.

Ah! que je suis content de te retrouver, cher ami! On te disait déjà en pièces et noyé dans le Tibre.

Pasquin.

Ils m’avaient brouillè en effet avec l’inquisition. Je comparus devant les cardinaux. Juge comme ils me condamnèrent! Sans un second Torquatus, la bouche de Rome était fermée par la main des barbares. Par bonheur, la raison désarma la haine, et la satire doit la vie à la poesie.3

È però evidente che la risposta del Tasso fu calcata su quella del Duca di Sessa. Mentre, all’incontro, è un mistero, come mai nel Voyage historique d’Italie, opera anonima non ispregevole di Michele Guyot de Merville,4 questa medesima risposta sia messa in bocca dello stesso Pasquino, in un dialogo con Marforio, dopo che il Papa (non è detto quale) ha respinto la proposta fattagli (non si sa da chi) di gettarlo nel Tevere. E più misterioso ancora è che il racconto, così rimpolpettato, sia attribuito a Flaminio Vacca, il quale, nell’unico la-


  1. Ediz. romana del 1634; pag. 332.
  2. Cfr. le parole premesse da Gabriel Zinani alla cit. ediz. rom., da lui fatta fare sopra l’autografo, e più corretta e completa delle precedenti.
  3. Pag. 201-202 della seconda edizione.
  4. A la Haye, chez M. G. de Merville, 1729 (che è la prima edizione); tom. II, pag. 58.