Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/171


Prefazione clix

mi, senza una prova ben certa e lampante; poichè dal racconto del Castelvetro pare che nel 1471-84 dovesse ancora esser vivo il Pasquino di carne e d’ossa; e Sisto IV, se mai, potrebbe aver avuto il proposito di far gettar questo nel Tevere, non la statua. Ma, per quanto le mie ricerche su tal particolare siano tutt’altro che definitive, il fatto è che io non son riuscito a trovare neppure il nome del Pasquino uomo o di quello di marmo in nessuno de’ parecchi autori contemporanei, da me consultati, che parlano di Sisto IV, benchè più d’una volta avessero opportunissima occasione di nominarlo, come, per esempio, l’Infessura in questo passo: "Condita fuerunt, nescitur tamen per quem, multa carmina in eum [Sisto IV, s'intende], videlicet:

Leno vorax, pathicus, meretrix, delator, adulter.
    Si Romam veniet, illico cretus erit.

Paedico insignis, praedo furiosus, adulter,
    Exitiumque Urbis, perniciesque Dei.

Gaudo, prisce Nero: superat te crimine Sixtus;
    Hic scelus omne simul clauditur et vitium.„1

Nè prova nulla il trovarsi ne’ Pasquillorum (pag. 76-77) un atroce epitaffio in tredici distici latini contro Sisto; giacchè Pasquino non vi è nominato, e, come tant’altra roba non sua, può essergli stato attribuito posteriormente.2 Lo stesso Burckhardt, pregato da me d’indi-


  1. Col. 1941 della cit. ediz. dell’Eccard, che dà pero questi tre distici uniti, mentre invece formano tre distinti epigrammi.
  2. Nel Pasquillorum ha questo titolo: In Sixtum III. Pont. max. Epitaphium; e non può far maraviglia il vederlo cambiato in Pasquin au Pape mort nella raccolta del signor Mary Lafon (Pasquino et Marforio, etc; Parigi, 1861 e 1876), poichè l’epitaffio vi è anche sdoppiato in due, e, por giunta, mutilato del quinto distico. La raccolta del Lafon, così nella prima come nella seconda edizione, non è già come afferma il Cantù (Gli Eretici d'Italia; Torino, 1806; voi. II, pag. 219-20), "poco meglio che copia di un articolo dei Mèmoires de Littèrature par M. De S. (tom. II, par. II, pag. 208; Aja, 1717), ag-