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Prefazione cxliii


Si corregga pure con quasi tutti gli archeologi moderni, che quel povero torso non rappresenta già un gladiatore (nè Ercole, nè un soldato di Alessandro Magno, come altri credevano, e neppure Aiace che porta il corpo di Achille, come crede l’Ulrichs); ma bensì Menelao, nell’atto di portar fuori della mischia Patroclo ucciso; si dubiti anche che il Pasquino di carne e d’ossa non fosse un sarto, giacchè il proemio ai Carmina quae ad Pasquillum fuerunt posita in anno M.CCCCC.IX,1 dice che era un literator seu magister ludi, e Celio Secondo Curione dice che era un barbiere;2 si arrivi perfino (e dove non arriva il nostro scetticismo critico?) a sospettare che quel Pasquino da Siena, esulato a Ferrara, e descritto dal Poggio in una delle sue Facetiae (clxxviii) come vir dicax et iocosus, possa avere qualche parentela col nostro; certo è che la strana metempsicosi, per cui si finse che l’anima del morto Pasquino fosse passata dentro a quella statua, fu opera della fantasia e dello spirito satirico del popolo di Roma, e della sua opposizione al Governo de’ Papi.

Origine consimile ebbe anche Marforio, antica statua colossale, rappresentante un fiume, e non l’Oceano come comunemente si crede.

Perchè Pasquino potesse rispondere argutamente, aveva bisogno d’essere interrogato; e il popolo affidò quest’ufficio a Marforio, che Pasquino fin dai primordi della loro celebrità, cioè almeno fin dal 1511, chiamava


  1. Questa raccolta, la più antica che si conosca finora, fu evidentemente pubblicata in Roma in quello stesso anno, ma senza nome di stampatore.
  2. "Ego enim, priusquam transivi in saxtim hoc, eram barbitonsor, eodem quo iam sum nomine... „ Pasquillus extaticus, pag. 470 de’ Pasquillorum Tomi duo, stampati noi 1544, e do’ quali dirò più innanzi. La stessa cosa, con parole diverso, ripete a pag. 51 della nuova edizione fattane in quel medesimo anno a Ginevra, col titolo: Pasquillus ecstaticus non ille prior, aed totus pliane alter, etc.