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cxl Prefazione

faceva una bava!... una bava!... una bava!... E allora un tal Cesare Diadei lo interruppe dicendogli:: “Ècchete l’apis: fajje la bbava!„

Siccome l’ernia è una specie di barometro, gli amici e i conoscenti d’un vecchio ernioso solevano domandargli i pronostici del tempo; ed egli un giorno, seccato, rispose a uno di loro: “Oh ssapete che vve dico? chi vvò li commidi, se li facci!„

Tre musici della cappella papale passavano in vettura davanti ad alcuni popolani, i quali, riconoscendoli, si misero a sghignazzare. E il vetturino, rivoltandosi: “C’è ppoco da ride.... Qui nun ce so’ co.....!„

Un tale, volendo salire in uno di quegli orribili omnibus che si vedono ancora per Roma, e parendogli pieno, domanda: “C’è posto in quest’arca di Noè?„ E una voce di dentro gli risponde: “Monta su, ché cce manca er zomaro.„

“In un giorno di carnevale, sulle ringhiere del mezzanino sovrapposto alla bottega dello speziale Ottoni a Piazza Colonna, erano schierate molte donne. Passavano due plebei, mascherati da conti. Disse uno: Che bbottega è questa? — Diavolo scèchete (cècati), rispose l’altro, è ’na spezziaria: nun vedi in mostra le vipere?„ Così il Belli, in una di quelle note che andava prendendo su degli scaccolini di carta per i suoi sonetti. Io credo quindi che anche quest’aneddoto, come tanti altri che potrei ancora raccoglierne, sia genuino. Ma troppi anche, come ho detto, ne vengono attribuiti ai Romani, che sono invece o d’altri popoli o mere invenzioni letterarie. Alla quale ultima categoria deve forse appartenere quello che si racconta così: — Un buon diavolo d’avvocato sposò una ragazza un po’ cervellina; e, per un capriccio del caso, lui si chiamava Cesare e lei Roma. (Tanto come nome di donna, quanto come cognome, le voce è rara, ma esiste realmente.) Il giorno delle nozze, egli trovò sulla