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66 | giovanni boccaccio. |
66 GIOVANNI BOCCACCIO. corpo più possente, anzi secondo le sue qualità, dicono del tutto il nato dispopsi. Perché per lo alloro, sotto il quale alla donna pareva il nostro Dante dare al mondo, mi pare che sia da intendere la disposizione del cielo, la quale fu nella sua nativitade, mostrare sé essere tale, che magnanimità e eloquenza poetica dimostrava; le quali due cose significa lo alloro, àlbore di Febo, e delle cui fronde li poeti sono usi di coronarsi, come di sopra è già mostrato assai. Le bacche, delle quali nutrimento prendea il fanciullo nato, gli effetti da cosi fatta disposizione di cielo, quale è mostrata, già proceduti, intendo; li quali sono i libri poetici e le loro dottrine, da’ quali libri e dottrine fu altissimamente notricato, cioè ammaestrato il nostro Dante. Il fonte chiarissimo, della cui acqua le pareva che questi bevesse, ninna altra cosa giudico che sia da intendere, se non l’ubertà della filosofica dottrina morale e naturale; la quale siccome dalla ubertà nascosa nel ventre della terra procede, cosi queste dottrine delle copiose ragioni dimostrative (che terrena ubertà si possono dire) prendono essenza e cagione: sanza le quali, cosi come il cibo non può ben disporsi, senza bere, negli stoinaci di chi ’1 prende, non si può alcuna scienza bene negl’intelletti adattare di nessuno, se dalli filosofici dimostramenti non è ordinata e disposta. Perché ottiman.ente possiamo dire, lui colle chiare onde, cioè colla filosofia, disporre nel suo stomaco, cioè nel suo intelletto, le bacche delle quali si pasce, cioè la poesia, la quale (come è già detto) con tutta la sua sollecitudine studiava. Appare adunque varie constellazioni a varie cose disporre gli ingegni degli uomini: e però considerato chi fu Dante e quale la sua principale affezione, assai bene si conoscerà, il cielo nella sua natività essere disposto a dover producere un poeta. E perché l’alloro, come davanti avemo mostrato, è quello aligero, le cui frondi testimoniano nella coronazione la facoltà del poeta, meritamente possiamo dire, 1’ alloro dalla donna veduto significare e la disposizione del cielo nella natività futura di Dante, e la precipua affezione e studio di colui che nascere dovea, si come chiaramente n’ha dimostrato quello che appresso la natività di Dante è seguito. L’essersi colui, che nato era, delle bacche che dello alloro cadevano nudrito, assai chiaramente dimostra quali dovevano essere gli stu Hi di Dante; perciò che si come il corpo si nutrica e cresce del cibo, cosi gl’ingegni degli uomini si nutricano et aumentano degli studii: e le bacche, che frutto sono dell’ alloro, non vogliono altro significare che i frutti della poesia nati, li quali sono i libri da’ poeti composti, e de’ quali Dante senza dubbio e nutricò et aumentò il suo ingegno. Il chiarissimo fonte, del quale jmreva alla donna che bevesse il suo figliuolo, niuna altra cosa credo che. voglia significare, se non il copioso et abbondantissimo seno della, filosofia, del quale ciò che comporre si vuole è di necessità che si prenda; e siccome il poto è ordinatore e disponitore nello stomaco del cibo preso, cosi la filosofia d’ ogni cosa buona e verissima maestra, con la sua dottrina è ottima componitrice d’ ogni cosa a debito fine. Nelle cui scuole, come di sopra mostrammo,
acciò che sé e le sue invenzioni ordinare sapesse, et inten-