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giovanni boccaccio. 57

ebbe veduti e molto seco lodatigli, li mostrò a Dante, domandandolo se esso sapea cui opera stati fossero; li quali Dante riconosciuti subito, rispose che sua. Allora il pregò il marchese che gli piacesse di non lasciar-e sanza debito fino si alto principio. — Certo — disse Dante — io mi credeva nella mina delle mie cose questi con molti altri miei libri avere perduti, e perciò si per questa credenza e si per la moltitudine dell’altre faticlie per lo mio esilio sopravvenute, del tutto aveva l’alta fantasia presa sopra quest’opera abbandonata; ma poi che la fortuna inopinatamente me gli ha ripinti dinanzi, e a voi aggrada, io cerchei-ò di ritornarmi a memoria il primo proposito, e procederò secondo che data mi fìa la grazia. — E reassunta, non senza fatica, dopo alquanto tempo la fantasia lasciata, segui: Io dico, seguitando, che assai prima, ecc. dove assai manifestamente chi ben riguarda, può la ricongiunzione dell’opera intermessa conoscere. Ricominciata adunche da Dante la magnifica opera, non forse, secondo che molti estimerebbero, sanza più interrouiperla la perdusse alla fine, anzi più volte, secondo che la gravità de’ casi sopravvegnenti richiedea, quando mesi e quando anni, sanza potervi aoperare alcuna cosa, mise in mezzo; né tanto si potè avacciare, che prima noi sopraggiugnesse la morte, ch’egli tutta pubblicar la potesse. Egli era suo costume, qualora sei o otto o più o meno canti fatti n’avea, quelli, prima che alcun altro li vedesse, donde eh’ egli fosse, mandare a messer Cane della Scala, il (juale egli oltra a ogni altro uomo aveva in reverenza; e poi che da lui eran veduti, ne facea copia a opera stati fossero. Li quali Dante riconosciuti, subito rispose che sua. Allora il pregò il marchese che gli piacesse di non lasciare senza debito fine si alto principio. — Certo, disse Dante, io mi credeva nella mina delle mie cose questi con molti altri miei libri avere perduti; e perciò si per questa credenza, e si per la moltitudine delle fatiche sopravvenute per lo mio esilio, del tutto avea la fantasia, sopra questa opera presa, abbandonata. Ma poiché inopinatamente innanzi mi sono ripinti, e a voi aggrada, io cercherò di rivocare nella mia memoria la immaginazione di ciò prima avuta, e secondo che grazia prestata mi fìa, così avanti procederò. — Creder si dee lui non senza fatica aver la intralasciata fantasia ritrovata; la quale seguitando cosi cominciò: lo dico seguitando ch’assai prima etc; dove assai manifestamente, chi ben riguarda, può la ricongiunzione dell’opera intermessa riconoscere. Ricominciato adunque Dante il magnifico lavoro, non forse, secondo che molti stimano, senza più interromperlo quello perdusse a fine; anzi più volte, secondo che la gravità de’ casi sopravvegnenti richiedea, quando mesi e quando anni, senza potervi adopei’are alcuna cosa interponeva; intanto che, più avacciar non potendosi, avanti che tutto il pubblicasse il sopraggiunse la morte. Egli era suo costume, come sei o otto canti fatti n’avea, quegli, prima che alcuno gli vedesse, mandare a messer Cane della

Scala, il quale egli oltre ad ogni altro uomo in reverenzia avea; e poi che