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giovanni boccaccio. 39

Di altissimo ingegno e di sottile invenzione fu similmente, siccome le sue opere troppo più manifestano agli intendenti che non potrebbono far le mie lettere. Vaghissimo fu e d’onore e di pompa pei* avventura più che alla sua inclita virtù non si sarebbe richiesto. Ma che ? qual vita è tanto umile che dalla dolcezza della gloria non sia tocca ? E per questa vaghezza credo che oltre a ogni altro studio amasse la poesia, veggendo, come che la filosofìa ogni altra trapassi di nobiltà, la eccellenza di quella con pochi potersi comunicare, e esserne per lo mondo molti famosi: e la poesia più essere apparente e dilettevole a ciascuno, e li poeti rarissimi. E però sperando per la poesi allo inusitato e pomposo onore della coronazione dell’ alloro poter pervenire, tutto a lei si diede e studiando e componeiKio. E certo il suo desiderio venia intero, se tanto gli fosse stata la fortuna graziosa, che egli fosse giammai potuto tornare in Firenze, nella qual sola sopra le fonti di San Giovanni s’era disposto di coronare; acciò che quivi, dove per lo battesimo avea preso il primo nouie, quivi medesimo per la coronazione prende’^se il secondo. Ma cosi andò che, quantunche la sua sufficienza fosse molta, e per quella, in ogni parte dove piaciuto gli fusse, avesse potuto l’onore della laurea pigliare (la quale non iscienza acci’esce, ma è dell’acquistata certissimo testimonio e ornamento), per quella tornata, che mai non doveva essere, aspettando, alti’ove pigliar non la volle: e cosi sanza il molto desiderato onore si mori. Ma però che spessa quistione si fa tra’ leggenti, che cosa sia la poesi e che il poeta, e donde sia questo nome venuto e perché di lauro sieno coronati i poeti, e da pochi mi par essere stato mostrato: mi par qui di fare alcuna transgressione, nella quale io questo. alquanto dichiari, tornando, come i)iù tosto potrò, al proposito^ § 9. — Digressione intorno alla poesia. La prima gente ne’ primi secoli, come che rozzissima e inculta fosse, ardentissima fu di conoscere il vero con istudio, siccome noi veggiamo ane, secondo che le sue opere dimostrano, furono le sue invenzioni mirabili e pellegrine assai. Vaghissimo fu e d’ onore e di pompa, per avventura più che non si appartiene a savio uomo. Ma qual vita è tanto umile, che dalla vaghezza della gloria non sia tocca? Questa vaghezza credo che cagione gli fosse d’amai’e sopra ogni altro studio quella della poesia, acciò che per lei al pomposo et inusitato onore della coronazione pervenisse. Il quale senza fallo, si come degno n’era, avrebbe ricevuto, se fermato nell’animo non avesse di quello non prendere in altra parte, che nella sua patria e sopra il fonte nel quale il battesimo avea ricevuto; ma dallo esilio impedito e dalla morte prevenuto, noi fece. Ma però che spessa quistione si fa tra le genti, e che cosa sia la poesi e che il poeta, e donde questo nome venuto, e perché di lauro sieno coronati i poeti, e da pochi pare essere stato mostrato, mi piace qui di fare alcuna ti-angressione. nella quale questo alquanto dichiari, e quindi prestamente tornare al proposito.

17. La prima gente ne’ primi secoli, come che rozzissima et inculta