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38 giovanni boccaccio.

la dilucidò e fece bella, che molti allora e poi di drieto a sé n’ ha fatti e farà vaghi d’essere esperti. Dilettossi similmente d’essere solitario e rimoto dalle genti, acciò che le sue contemplazioni non gli fossono interrotte; e se pur alcuna che molto piaciuta gli fosse ne gli veniva essendo esso tra gente, quantunche d’alcuna cosa fosse stato addomandato, giammai, infino a tanto che fermata o dannata non avesse la sua imaginazione, non avrebbe risposto al dimandante. Il che molte volte, essendo egli alla mensa, e essendo in canmiino con compagni, e in altre parti dimandato, gli avvenne. Ne’ suoi studii fu assiduissimo, quanto a quel tem()0 che ad essi si disponea, in tanto che niuna novità che s’udisse, da quegli il potea rimuovere. E secondo che alcuni degni di fede raccontano di questo darsi tutto a cosa che gli piacesse, egli essendo una volta tra le altre in Siena, e avvenutosi per accidente alla stazzone d’uno speziale, e quivi statogli recato uno libretto davanti promessogli e tra’ valenti uomini molto famoso, né da lui stato giammai veduto: non avendo per avventura spazio di portarlo in altra parte, sopra la panca che davanti allo speziale era si puose col petto, e messosi il libretto davanti ’(nello cupidissimamente cominciò a vedere; e come che poco appresso in quella contrada stessa, dinanzi daini, per alcuna generale festa de’ Sanesi si cominciasse da gentil giovani e facesse una grande armeggiata, e con quella grandissimi romori da’ circustanti (siccome in cotal casi con instrumenti varii e con voci applaudenti suol farsi), e alti-e cose assai v’avvenissero da dover tirare altrui a vedersi, siccome balli di vaghe donne e giuochi molti di giovani; mai non fu alcuno che muovere quindi il vedesse, ne alcuna volta levar gli occhi dal libro: anzi postovisi quasi a ora di nona, prima fu passato vespro e tutto l’ebbe veduto e quasi sommariamente compreso, ch’egli da ciò si levasse; affermando poi ad alcuni, che ’1 domandavano come s’era potuto tenere di riguardare a cosi bella festa come (lavanti da lai si era fatta, sé niente averne sentito: per che alla prima maraviglia non indebitamente la seconda s’aggiunse a’ dimandanti. Fu ancora questo poeta di maravigliosa Ciipacità, e di memoria fermissima e di perspicace intelletto, intanto clie essendo egli a Parigi, e quivi sostenendo in una disputazione de quolihet, che nelle scuole della teologia si facea, quattordici quistioni da diversi valenti uomini e di diverse materie, cogli loro argomenti prò e contra fatti dagli opponenti, sanza mettere in mezzo raccolse, e ordinatamente, come poste erano state, recitò poi quel medesimo ordine seguendo, sottilmente solvendo e rispondendo agli argomenti contrari: la qual cosa quasi miracolo da tutti i circustanti fu riputatacantatori e sonatori famosi suoi contemporanei fu dimestico. Quanto ferventemente esso fosse d’amore passionato, assai è dimostrato di sopi-a. Solitario fu molto e di pochi dimestico, e negli studij, quel tempo che lor poteva concedere, fu assiduo molto. Fu ancora Dante di mai-avigliosa capacità e di memoria fermissima, come pia volte delle disputazioni in Parigi et altrove

mostrò. Fu similmente d’intelletto perspicacissimo e di sublime ingegno