Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
36 | giovanni boccaccio. |
le fiamme de’ due Tebani? E come che Ravenna già quasi tutta del prezioso sangue di molti martiri si bagnasse, e oggi con riverenza serbi le loro reliquie, e similemente i corpi di molti magnifici imperadori e di altri uomini chiarissimi e per antichi avoli e per opere virtuose, ella non si rallegra poco d’essere stato da Dio, oltre alle altre sue dote, conceduto d’essere perpetua guardiana di cosi fatto tesoro, com’è il corpo di colui, le cui opere tengono in ammirazione tutto il mondo, e del quale tu non ti se’ saputa far degna. Ma certo e’ non è tanta l’allegrezza di averlo, quanta l’invidia ch’ella ti porta che tu t’intitoli della sua origine, quasi sdegnando che dove ella sia per l’ultimo di di lui ricordata, tu allato a lei sii nominata per lo primo. E perciò colla tua ingratitudine ti rimani, e Ravenna de’ tuoi onori lieta si glori i tra’ futuri. § 8. — Fattezze, usanze e costumi di Dante. Cotale, quale di so()ra è dimostrata, fu a Dante la fine della vita faticata da’ varii studii; e perciò che assai convenevolmente le sue fiamme, la familiare e la pubblica sollecitudine e il miserabile esilio e la fine di lui mi pare avere secondo la mia promessa moscrate; giudico sia da pervenire a mostrare della statura del corpo, dell’abito, e generalmente de’ più notabili modi servati nella sua vita da lui; da quegli poi immediatamente vegnendo all’opere degne di nota compilate da esso nel tempo suo, infestato da tanta turbine quanta di sopria brievemente è dichiarata. Fu adunche questo nostro poeta di mediocre statura, e poi che alla matura età fu pervenuto, andò alquanto curvetto, e era il suo andare grave e mansueto, d’onestissimi panni sempre vestito in quell’ abito che era alla sua maturità convenevole. Il suo volto fu lungo, e ’1 naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bi’uno, e i capelli e J^ barba spessi, neri e crespi, e senipre nella faccia malinconico e pensoso. Per la qual cosa avvenne un giorno, in Verona (essendo già divulgata per tutto la fama delle sue opere, e massimamente quella parte della sua Commedia, la quale egli intitola Inferno, e esso conosciuto da molti e uomini e donne), che passando egli davanti a una porta dove più donne sedevano, una di quelle pianamente, et il suo fine, all’altre cose che di lai, oltre alle dette, dire si possono, ci volgiamo. 16. Fu il nostro Poeta di mediocre statura, ed ebbe il volto lungo et il naso aquilino, le mascelle grandi, et il labbro di sotto proteso tanto, che alquanto quel di sopra avanzava; nelle spalle alquanto curvo, e gli occhi anzi grossi che piccioli, et il colore bruno, et i capelli e la barba spessi, crespi e neri, e sempre nel viso malinconico e pensoso. Per la qual cosa avvenne un giorno in Verona (essendo già divulgata per tutto la fama delle sue opei-e, et esso conosciuto da molti et uomini e donne), che passando egli
davanti ad una porta, dove più donne sedevano, una di quelle pianamente.