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giovanni boccaccio. 13

per sottrazione di questa lettera d corrotto, rimanesse Alighieri. Il valore di costui fu cagione a quelli che discesono di lui, di lasciare il titolo degli Eliseì, e di cognominarsi degli Alighieri; il che ancora dura infino a questo giorno. Del quale, come che alquanti figliuoli e nipoti e de’ nipoti figliuoli discendessono, regnante Federigo secondo iinperadore uno ne nacque, il cui nome fu Alighieri, il quale più per la futura prole, che per sé .dovea esser chiaro; la cui donna gravida, non guari lontana al tempo del partorire, per sogno vide quale dovea essere il frutto del ventre; come che ciò non fosse allora da lei conosciuto, né da altrui, ed oggi, per lo effetto seguito, sia manifestissimo a tutti. Parea alla gentil donna nel suo sogno essere sotto uno altissimo alloro, sopra uno verde prato, allato a una chiarissima fonte, e quivi si sentia partorire un figliuolo, il quale in brevissimo tempo, notricandosi solo dell’orbache le quali dell’alloro cadevano, e dell’onde della chiara fonte, le pai-ea €he divenisse un pastore, e s’ingegnasse a suo potere di aver delle frondi dell’albero, il cui frutto l’avea nudrito; e a ciò sforzandosi, le parea vederlo cadere, e nel rilevarsi non uomo più, ma uno paone il vedea divenuto. Della qual cosa tanta anmiirazion le giunse, che ruppe il sonno; ne guari di tempo passò, cìie il termine debito al suo parto venne, e partorì un figliuolo, il quale di comune consentimento col padne di lui per nome chiamaron Dante: e meritamente, perciò che ottimamente, siccome si vedrà procedendo, segui al nome 1’ effetto. Questi fu quel Dante, del quale è il presente sermone: questi fu quel Dante, che a’ nostri secoli fu conceduto di speziai grazia da Dio; questi fu quel Dante, il quale primo doveva al ritorno delle Muse, sbandite d’Italia, aprir la via. Per costui la chiarezza del fiorentino idioma è dimostrata; pei" costui ogni bellezza del volgar parlare sotto debiti nuuieri è regolata; per costui la morta poesi meritamente si può dire suscitata: le quali cose, debitamente guardate, lui niuno altro nome «he Dante poter degnamente avere avuto dimostreranno. Nacque questo singolare splealore italico nella nostra città, vacante il come che abiuanti e figliuoli e nipoti e de’ nipoti figliuoli discendessono, regnante Federigo secondo imperadore, uno ne nacque, il quale dal suo avolo nominato fu Alighieri, più per colui di cui fu padre che per sé chiai’O. Questi nella sua donna generò colui, del quale dee essere il futuro sermone. Né pretermise il nostro Signore Iddio, che alla madre nel sonno non dimostrasse cui ella portasse nel ventre. Il che allora poco inteso e non curato, in processo di tempo e nella vita e nella morte di colui che nascere dovea di lei, chiarissimamente si manifestò, si come con la grazia di Dio mostreremo vicino al fine della presente operetta. Venuto adunque il tempo del parto, partorì la donna questa futura chiarezza della nostra città, e di pari consentimento il padre et ella, non senza divina disposizione, sì come io credo, il nominarono Dante, volendone Iddio per cotal nome mostrare lui dovei’e ■essere di maravigliosa dottrina datore.

3. Nacque adunque ((uesto singulare splendore italico nella nostra città.