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a dir vero, un sommo letterato, versatissimo in ogni genere di amena coltura, esimio estimatore de’ monumenti dell’antichità, e per esprimermi (1) colle parole di un suo dotto amico, conosceva dall’umil issopo sino al cedro sublime. Ma questo genere di scienza, per quanto sia in se lodevole, non è quello che forma un buon Sacerdote.
Ministri di Dio che m’ascoltate, a che ci servirebbe il saper parlare le lingue dotte di Atene e di Roma, conoscer le forze degli elementi, penetrar gli arcani della natura, e spiegarne de’ prodigiosi effetti le nascose cagioni, se poi ignorassimo il linguaggio de’ Santi, se non sapessimo parlare di religione ai popoli, instruirli de’ cristiani doveri, loro manifestare i sacri arcani della Divinità, e con essi la volontà del Signore? Vedete, direbbe Agostino, arrivano con calcoli non fallaci a tutti conoscere i moti e le vie de’ pianeti e delle stelle, e poi non sanno mostrarci le vie che conducono al