A narrarsi brevissimo, e ad udirsi:
Morta è l’alma Giocasta. coro
Oh sventurata!
Ma donde, e come? nunzio
Ella da sè s’uccise; 1205Ma non è questo il più: l’orrenda scena
Era d’uopo mirar. Qual nella mente
Pur mi sta fisso, il fiero caso udrai. —
Poi che poc’anzi da furor sospinta
Ella sparve di qui, con ambe mani 1210Lacerando le chiome impetuosa
Al talamo avviossi; entro le porte
Dietro, si chiuse, il già gran tempo estinto
Lajo chiamo rammemorando il frutto
De’ prischi amplessi, ond’ei morire, ed essa 1215Alla prole di lui nefanda prole
Dar dovea poscia; e deplorò quel letto,
In cui marito da marito, e figli
Partoriva da figli. Indi che avvenga
Di lei non so; che furioso Edipo 1220Giunse sclamando, e di veder ne tolse
L’atto fatal. Volgemmo in lui gli sguardi:
Ei qua là raggirarsi, un ferro un ferro
A noi chiedendo, e domandando ov’era
La sua moglie non moglie, e madre insieme 1225Di lui non men che de’ suoi figli. Ed ecco
Un qualche iddio (che alcun di noi nol fece)
Glien mostra il loco; ond’ei gridando, e dritto
Come s’altri il guidasse a quelle porte