Padre, figlio, marito. E sofferente
Come, deh come in pace 1180Te il paterno finor letto sostenne?
Ma il tempo onniveggente
Non aspettato a ritrovar ti venne,
E a giudicar le sozze,
Incestuose nozze. 1185Deh! mai veduto io non t’avvessi, o figlio
Di Lajo: acerbo duolo
Tale or nell’alma io sento,
E spargo alto lamento.
Eppur già per te solo 1190Io respirai da orribile periglio,
E chiusi al sonno il ciglio.
UN NUNZIO - CORO. nunzio
O di questa contrada incliti prenci,
Che udrete mai! che mai vedrete! o quanto
Ve ne dorrà, se ingenuo zelo in voi 1195Della casa di Labdaco rimane!
Poco, io penso, fia l’Istro, e poco il Fasi
Questa reggia a purgar. Voluti mali
Tosto in luce verranno; e assai più gravi
Piomban sull’alma i procurati affanni. coro 1200Cose udimmo di già, cui nulla manca
Per ferie orrende. Or che v’aggiungi? nunzio
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