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Morte per man del figlio mio predisse
825Or non l’uccise il misero; ch’ei stesso
Morì già pria del geniter gran tempo:
Ond’io più in avvenir pei vaticinj
Loco a timor non darò mai.
edipo
 Ben pensi.
Ma pur qualcuno quel pastor n’invia:
Farlo tu dei.
giocasta
830 Tosto il farò. Frattanto
Rientriam nelle soglie e t’assecura
Che nulla oprare a mal tuo grado io posso.
CORO
Strofe I
A me la Parca arrida,
Sì ch’io sempre di fatti e di parole
835Santità serbi inviolata e pura,
A cui l’alte son guida
Leggi nel cielo ingenerate, e prole
D’Olimpo sol: chè da mortal natura
Vita in lor non procede,
840Nè addormentar mai le potrà l’obblio,
Però che innato siede
Possente in esse, e giovin sempre un dio.
Antistrofe I
De’ re madre è Insolenza;
Insolenza, che quando di misfatto
845E d’insanie superbe ha colmo il sacco,