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sca contro di noi. Sull’Alpi Retiche e Giulie dunque, sul nostro Adriatico, noi dobbiamo vendicare Custoza e Lissa, ciò che Custoza e Lissa costarono alla nazione. Trento e Trieste non significano soltanto il compimento dell’unità italiana; ma sono il dovere del nostro onore e la necessità della nostra difesa.

Anche, come dicemmo, la frontiera occidentale e centrale sono arbitrarie e quasi tutte a nostro danno, benchè incomparabilmente migliori di quella del settore orientale. Corsica, Nizzardo, Malta, Canton Ticino sono terre italiane, e noi non vogliamo dimenticarle neanche ora che l’opportunità del momento politico ci dà il modo di risolvere con una buona guerra la questione tridentina e adriatica. Nella Svizzera (Canton Ticino; le quattro valli dei Grigioni: Val Monastero, Val Poschiavo, Val Bresaglia, Val Moesia; e la valle Vallese di Divedro-Sempione), nella Francia (Corsica e Nizza), nei domini inglesi (Malta), nell’Austria-Ungheria (Trentino e Alto Adige, l’alta valle del Fella, Friuli orientale, Trieste, Istria, distretto di Postoina (Adelsberg), Fiume, Dalmazia) sono più di 50 mila chilometri quadrati di territorio geograficamente nostro con circa 3 milioni di abitanti.

Noi ora naturalmente non ci occuperemo nè del confine con la Francia nè di quello svizzero, benché con la Svizzera ci si potrebbe forse intendere dopo la guerra per la rettifica delle nostre valli secondarie accordandole in cambio qualche territorio assai più importante nel Vorarlberg e lungo la valle dell’Inn sopra il Brennero. Noi dobbiamo invece esaminare con precisione l’attuale nostra frontiera con l’Austria e quello ch’è invece il nostro naturale e storico confine con i paesi danubiani.