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Non c’è stato nè nazione in Europa che abbia un confine geografico così preciso e indiscutibile come quello dell’Italia; ma non c’è forse, nessun altro paese europeo così indifeso dalle sue frontiere politiche come il nostro. Le Alpi e il mare: il mare dovrebbe isolarci militarmente come un’isola; le Alpi dovrebbero coprirci almeno tanto da poter concentrare il massimo dei nostri sforzi per l’aumento della flotta. Ma anche se avessimo — come dovremmo — una flotta «inglese», Biserta e Corsica, Gibilterra e Malta, Pola e Cattaro ci accerchierebbero senza scampo. Le nostre Alpi poi sono quasi da per tutto come l’argine di un bacino d’irrigazione di cui austriaci, francesi, svizzeri tengano in mano le boccaporte. Dal Varo al Quarnero basta ch’essi aprano il ponte di S. Lorenzo, i varchi del Sempione, del Gottardo, del Lucomagno, del S. Bernardino, del Maloja, del Bernina, di Resca (Reschen), del Brennero, di Dobbiaco (Toblach), di Tarvis, del Predil, di Longatico (Loitsch) e tutti gli altri secondari, e la Liguria o la Lombardia o il Veneto sono