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4º — Se esso ci vince all’Adige noi dobbiamo difenderci sul Po, con l’abbandono di almeno una parte di Lombardia, mentre se noi vinciamo l’esercito nemico esso rientra comodamente nel suo territorio per dieci strade.

5º — Noi anche nel caso migliore dobbiamo iniziare la guerra aprendoci faticosamente la via per valli montane minate e trincerate e conquistando il passo su un terreno carsico dove non è possibile lo spiegamento di forze, così che la nostra offensiva è tanto ardua quanto quella dell’Austria naturalmente facile.

Per tutto questo che s’è detto, per la geografìa, la storia, la strategia, per la nostra dignità nazionale noi dobbiamo rivendicare il nostro confine naturale. L’Italia costituita nazione deve continuare ad essere anche quell’espressione geografica che Metternich dileggiava. Sul Brennero e a Longatico noi potremo trattare da pari a pari con il futuro impero tedesco e con la grande Croazia. Ci potremo difendere bene con non molta spesa. Non domandiamo che questo. Perchè l’offesa da parte nostra sarà sempre più difficile che da parte del nemico: difatti per arrivare a Monaco o a Vienna noi saremo sempre in peggiori condizioni, causa le lunghe valli alpestri che vi conducono, che il nemico per arrivare a Venezia e a Milano. Anzi tutta la nostra storia, dal dominio di Roma alle guerre napoleoniche, insegna fra altro questo: che in Italia si può combattere per la sorte dell'Europa, ma che partendo dall’Italia non la si decide. A Vienna si arriva per il Reno, l’Elba, il Danubio: non per l’Isonzo. L’Italia non può far altro che difendersi. Ma la sua difesa non è possibile che ai suoi confini. Napoleone in una nota del