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Piave al Tagliamento. Difatti il nemico, dopo aver costretto Gifflenga ad abbandonare Bressanone, poi Trento, era entrato nel Cadore e giù per il Tagliamento accennava a congiungersi con le altre schiere che avevano valicate le Alpi Giulie e s’erano impadronite di Gorizia. Appena sull’Adige egli riuscì a difendersi validamente per tre mesi, e senza l’attacco proditorio di Murat l’esercito austriaco non l’avrebbe vinto, benchè di forze superiori.

In conclusione, come scrisse Napoleone: «La grande strada da Monaco a Verona, che attraversa il Brennero e passa l’Adige, gira queste cinque linee (dell’Isonzo, del Tagliamento, del Livenza, del Piave, del Brenta), di maniera che se il nemico avesse un corpo d’esercito in Baviera giungerebbe per quella strada sulla riva destra dell’Adige e taglierebbe l’esercito che occupa una di queste linee». Difatti per questa strada, ch’è la più corta, calarono tutte le invasioni della Germania in Italia finchè il centro politico della Germania non fu spostato a Vienna.

6° — Ma anche ammettendo che il Trentino possa essere validamente mascherato da parte nostra, noi non abbiamo che una linea di resistenza mediocre al Piave fino alla posizione veramente eccellente dell'Adige.

Esaminando infatti i fiumi veneto-friulani (escluso l’Isonzo che non ci appartiene) tutti i tecnici sono stati sempre d’accordo nel dichiarare ch’essi non offrono nessuna possibilità di resistenza perchè troppo poco larghi, guadabili in più punti e diffìcilmente munibili.