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nell’Adriatico: Pola, l’arcipelago dalmato e Cattaro):

1° — Le valli e i bacini superiori dell’Adige e del Fella, e tutta la valle e il bacino dell’Isonzo sono in mano dell’Austria. La quale a darci compiutamente il senso di questo fatto unì l’Adige con l’Inn, il Trentino al Tirolo, il Fella alla Drava (la val del Ferro fa parte della Carinzia), l’Alta Idria e l’alto Vipacco affluenti di sinistra dell’Isonzo alla Sava (la Carsia è distretto della Carniola), e — in altri tempi — unì tutto ciò, aggiungendovi tutto l’Isonzo (Goriziano) alla confederazione germanica del Reno, Elba, Danubio.

2° — Oltre queste tre valli che sono i principali sbocchi dalle Alpi in Lombardia, Veneto e Friuli (cioè all’Adriatico) l’Austria tiene tutti gli alti bacini dei principali fiumi veneto-friulani (e persino lombardi). Da ovest a est: la val Giudicarie (Chiese), la valle del Sarca col Garda, l’Astico, la Valsugana (Brenta) con l’affluente Cismone, la val d’Agordo (Cordevole), la valle d’Ampezzo (Boite), la valle del Comelico, tutte tre confluenti del Piave, il Natisone. Ciò significa che l’Austria c’incombe su tutte le nostre vie fluviali.

3° — Di conseguenza tutti i passi naturali d’Italia nell’Alpi Retiche e nelle Giulie sono tenuti dall’Austria, ben dentro nel suo territorio, in modo che l’aggiramento è reso quasi impossibile: il passo di Resca (Reschen), il Brennero, tutti e due tra l’Adige e l’Inn; il passo di Dobbiaco (Toblach, fra l’Adige e la Drava); il Predil (tra l’Isonzo e la Drava), la sella di Camporosso o Saifnitz (fra la Drava e il Tagliamento), il passo di Longatico (Loitsch), di Planina (tra l’Isonzo-Timavo e la Sava). Di