Pagina:Slataper - I confini necessari all'Italia, Palatina, 1915.djvu/13


— 14 —

vano il Predile, Plezzo e Caporetto. L’isola Morosini, fra i due bracci della foce, rimase al regno italico. Ma una clausola, molto importante, integrava la convenzione. Secondo l’art. IV Napoleone aveva diritto di costruire «una via militare per congiungere le provincie del Regno italico sulla riva destra dell’Isonzo con l’Istria e la Dalmazia». E questa strada determinata in un annesso della convenzione fu quella che traversando il Goriziano, l’Istria austriaca e la Croazia unisce Monfalcone per Materia, Lippa, Draga, Zengg, Perosic con Vrillo. Con ciò egli veniva a possedere di fatto anche tutta l’Istria interna, ch’egli del resto giudicava necessaria alla difesa della linea dell’Isonzo. (Lettera del vicerè Eugenio al duca di Ragusa del 27 settembre 1806).

A Schoenbrunn gli anni della difesa della Francia e dello stato italiano cuscinetto sono definitivamente superati: Napoleone, rinnovando l’esempio di Roma, vuol minacciare il Danubio dalla Drava e dalla Sava. Il 14 ottobre 1809 segna la riaffermazione dell’imperialismo romano oltre i confini naturali della penisola.

L’Austria avrebbe voluto conservare Trieste e Fiume (con il territorio di congiunzione di Pisino), perchè sbocchi necessari al commercio suo e dell’Ungheria. Napoleone non le bada. Prende per sé, oltre che Gorizia, Trieste, Pisino, Fiume, anche il circolo di Villaco in Carinzia, tutta la Carniola al di qua della Sava, tutta la Croazia civile e parte della militare. Aggrega ad esse l’Istria veneta e la Dalmazia, e chiama questo mostruoso complesso le provincie illiriche, dai loro antichi abitatori preromani. L’Isonzo n’è il confine occidentale.

Napoleone inventò questo aggregato anche perchè la