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Il concetto informatore del trattato è chiaro: Napoleone spera di poter avere alleato lo stato austriaco costringendo gli Absburgo a considerarsi più signori di Austria che imperatori di Germania, e assicurare con ciò alla Francia la sua unica vera linea di difesa, il Reno, e le due provincie strategiche da dove la Francia può essere girata: il Belgio e il Milanese col Mantovano. In cambio di ciò l’Austria ottiene tutta la Venezia terrestre e marittima: dall’Isonzo all’Adige (con Grado e Monfalcone), l’Istria e la Dalmazia. L’importanza del trattato di Campoformio è anche per noi grandissima: l’Austria congiunge i suoi domini italiani con le provincie slave e tedesche e si fa uno stato accentrato; s’accosta — come già vide il Cantù — ancor di più alla Turchia, pronta a compartecipare al suo smembramento. E’ l’antico sogno di Giuseppe II realizzato. E, benchè la Francia arrivi al mare tra il Po e Rimini, l’Adriatico è ormai dell’Austria. Però bisogna ricordare che per l’art. XI del trattato (confermato poi a Luneville, art. XIV) essa era obbligata a non tenere una flotta da guerra. Con ciò neutralizzava l’Adriatico.
Le autorità austriache presero possesso del Friuli veneto il 9 gennaio 1798, e benché le due parti del Friuli fossero ormai d’un solo stato, l’antico confine a destra dell’Isonzo si perpetuò come divisione amministrativa.
La pace di Luneville (9 febbraio 1801) non segna nessun mutamento per le nostre provincie, se non che i principati ormai semidipendenti di Trento e di Bressanone sono secolarizzati e dati all’Austria. Dopo Austerlitz Napoleone, avendo già compreso dalla esperienza delle tre campagne che uno stato italiano non poteva reggersi