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IV. IRA





Cieca sei tu se di ragione il lume
Perdi sovente per furiosa voglia;
Tutto ti offende e ti scompon la mente
L’atro velen, che ti serpeggia ’n core.
5Nera una benda in forma di visiera
All’impeto obbedisce: e sì ti cala
Prontamente sugl’occhi; e più non scerni
Quanto o donna rabbiosa ti circonda;
Un ferro impugni, e rapido configgi,
10Senza tremar, nel sen di chi tu sprezzi.
Poscia lordata dell’umano sangue
Dilegua tosto il tuo bollente ardore,
Ma sol pel pianta la ragion ti torna.
Donna fatale, d’indole perversa,
15Giaccion per le de’ mille e mille corpi