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pentito, ma ricomincia quando la luna nuova riapparisce in cielo.

La signora Zoseppa propendeva a credere alla scoperta di Paska: ella che non scusava i vizi del prossimo non poteva non scusare quelli di suo figlio. Ma egli non si contentava di questo, e diceva a Paska

— Voi tutte mi odiate; ve lo leggo negli occhi. Vorreste che morissi. Ma me ne andrò, da questa casa: appena avrò la mia parte me ne andrò, e diventerò così ricco che non ti guarderò più in faccia.

— Dio ti esaudisca!

Un giorno egli scomparve davvero. La madre, disperata, mandò il padre di Michela a cercarlo nella vigna, ma a notte alta il contadino non era ancora tornato; e dal canto suo Michela, inquieta per suo padre, si fece accompagnare da Francesco e dalla vedova Fais e andò in casa Sulis per domandare notizie.

La signora Zoseppa e la serva, sedute nel cortile, piangevano come se Luca fosse morto.

— Ah, conosco anch’io queste ore! — disse la Fais, e sedette per terra, con gli occhi ancora pieni del terrore di un’attesa disperata.

I ragazzi uscirono nell’orto in cerca di Gavina. Era la prima volta che Francesco entrava in quella casa, in quell’orto del quale egli vedeva l’elce dallo stradale della valle; e nell'avvicinarsi all’albero illuminato dalla luna, e al cui tronco si appoggiava la figura