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rosea, dolce e melanconica, sulle distese delle vigne e delle macchie; nella brughiera pascolavano molti cavalli, piccoli e tranquilli, nella distanza, come agnelli neri. Della quercia rosea al tramonto non si moveva una foglia; e pareva che tutta la natura tacesse, velata, davanti al mistero grandioso del tramonto. Per la prima volta, dopo tre mesi di torbidi sogni, Gavina, sentì, benché suo malgrado, la gioia di vivere, e provò un senso di dolcezza melanconica, simile a quello che pareva provasse la terra nel dare l’addio al suo grande amico il sole. Quando il disco rosso sparì e tutte le cose apparvero più tristi e tacite, come immerse nel ricordo dell’amico scomparso, anche lei pensò a Priamo!

Egli era lontano, infelice: forse ella non lo avrebbe riveduto mai più, e poteva quindi qualche volta ricordarsi di lui, senza peccare, anzi per compiacersi di aver vinta la sua passione!

Nei giorni seguenti ella sentì spesso parlare della famiglia Felix dal guardiano-poeta.

— Un tempo erano ricchi, ma hanno avuto molte inimicizie, liti, disgrazie. Ora son ridotti alla miseria. Meno male, c’è il canonico che li ajuta, e che lascierà il suo stallo al nipote.... se questo arriverà ad esser tosato!(Aggrottamento di sopracciglia della signora Zoseppa). Eh, al ragazzo piacciono più le sottane che la sottana.... ah, ah.... è evi-