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Paska poi le riferì che Priamo doveva andare al suo paese per visitare suo padre gravemente malato, e che il canonico Felix aveva parlato d’un progetto riguardante il nipote.
— Egli vuol mandare Priamo a Roma, in autunno, per fargli studiare teologia. Lo vedremo vescovo!
Addio, dunque! Tutto era finito per sempre. Ella non provò dolore nè gioia, ma in fondo al cuore sentì una vaga delusione: le parve che Priamo si fosse troppo presto dimenticato di lei!
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Il canonico Felix era venuto anche per raccomandare al signor Sulis un suo vecchio compaesano, il quale cercava un posto di guardiano di vigne.
Il vecchio si presentò due giorni dopo: era un tipo strano, dal viso sarcastico completamente sbarbato, con le guancie rientranti, la bocca stretta, gli occhi piccolissimi, neri e lucidi come quelli di un topo. Siccome vestiva bene, con un corsetto di velluto verdone, e una berretta nuova sulla testa calva, fu accolto favorevolmente. Egli cominciò subito a chiacchierare ed a recitare versi. Disse che era il «famoso poeta» Sorighe, cantore estempora-