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Dopo il racconto dell’apparizione di San Luigi Gavina s’impressionò talmente che volle tentare anche lei una prova decisiva. Digiunò e cominciò un merletto per un camice di suo zio; e lavorando pregava e invocava San Luigi, poichè era il giovine santo dai grandi occhi puri che ella desiderava vedere.
Ma il primo giorno la prova fallì. Troppe cose la distraevano; udiva le chiacchiere di Paska, le domande che suo padre, seduto fuor della porta, rivolgeva ai passanti: e doveva spesso stizzirsi perchè Luca ogni tanto, cauto come un ladro, andava a bere in cantina. Sul tardi, poi, ella vide Priamo che si volse a guardarla.
Il secondo giorno stette a lavorare nella sua camera, accanto alla finestra che dava sull’orto; ma nell’ora in cui il seminarista si recava dal canonico Sulis fu tentata di correre alla finestra verso strada. Respinse questo desiderio che in quel giorno le sembrava oltre ogni dire peccaminoso, ma pensando al Santo lo vedeva pallido in viso, con gli occhi languidi fissi nei suoi, la fronte corrugata e cinta da una fascia di capelli neri. Non era San Luigi, era Priamo! Il tramonto tinse di