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Francesco.... il mondo è bello.... siamo giovani; tu mi perdonerai, tu mi vorrai bene.... perchè io sono un’altra, adesso.... e amo tutti, tutti, anche quelli che mi han fatto del male....

Ma ad un tratto la sua voce si spense. La sovrumana dolcezza della morfina alleggeriva già le sue membra e la liberava da ogni dolore e da ogni inquietudine. Nello sfondo della finestra ella vedeva le montagne illuminate dalla luna al declino, ma intorno alle cui vette il cielo già schiarito dall’alba disegnava un’aureola d’argento, e ricordava le mattine quando si doveva alzare per fare il pane e usciva nell’orto e veniva assalita dal desiderio di partire per regioni lontane ove tutto era gioia e splendore; e questo ricordo le dava un senso d’inesprimibile piacere. Le regioni fantastiche sognate nei deliri mistici della sua adolescenza erano davanti a lei; ella non aveva che ad alzarsi e partire per arrivarci.

A poco a poco, molli e cangianti come nuvole primaverili spinte da un vento leggero, i sogni, le allucinazioni, le visioni fantastiche della morfina salirono intorno a lei, confondendosi, innalzandosi, sovrapponendosi, avvolgendola come in una rete di seta che la cullava e la teneva sospesa fra il mondo reale e un meraviglioso mondo di pace, di bellezza, di luce. Ella non dormiva: sentiva di sognare, ma per quanto quei sogni fossero attraenti, non vi si abbandonava completamente. Unru-