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ma le parve un peccato così grande che per espiarlo devolse la domanda in favore della vedova Cambedda.

La vedova Cambedda era la donna più maldicente e perfida del vicinato, tanto che persino la zia Itria la vedeva mal volentieri.

Recitato il rosario, mentre Paska finiva di rimettere in ordine la cucina, la signora Zoseppa, stanca per la lunga giornata laboriosa, prese un lume ad olio e s’avviò alla sua camera; passando davanti a Luca gli pose una mano sul capo e gli disse!

— Va’ a letto, figlio mio; sarai stanco....

Anche Gavina se ne andò nella sua camera, e dalle sue finestre spalancate vide il paesaggio lunare e la piccola città grigia e nera nella notte azzurra. La strada, così deserta durante la giornata, risuonava di voci e di risate; i bambini giocavano al chiaro di luna, come leprottini nei sentieri della foresta; gruppi di persone, radunatesi per godere il fresco, chiacchieravano e ridevano. Il signor Sulis seduto davanti alla porta e il canonico dal suo balcone parlavano della visita del canonico Felix, lodando questo sant'uomo che tutti amavano e riverivano. Ma giusto in quel momento s’udì la voce della vedova Cambedda, fastidiosa come lo stridio d’una lima sul ferro!

— È quella la brava gente? Che siano ammazzati tutti fra otto giorni! Io so che questo vostro sant'uomo ha fatto....