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aiutarti, perchè se tu vuoi bene a Michela, ed ella ti vuol bene, io non vedo la ragione per cui non dovreste sposarvi. Nostra madre non può capire certe cose, però! Essa non m’ha parlato mai di quest’affare, bada! Ho saputo ogni cosa da terze persone: ad ogni modo, sentimi, Luca, io adotterò la bambina, e questo sarà già un legame fra noi e Michela. Col tempo nostra madre si abituerà all’idea di averla per nuora. Hai capito?
— Io non penso ad ammogliarmi!
— Questo non è vero, poi! A Francesco hai detto il contrario, ma tu, ripeto, diffidi di me: mi consideri come una tua nemica. Perchè dovrei esserlo? Voglio dimostrarti, invece, che sono tua sorella. Certo, io avrei desiderato vederti migliore di quel che sei; ma, del resto, son convinta che noi non possiamo diventare quel che vogliamo diventare, ma quello che il destino vuole. Se tu non sei un grand’uomo la colpa non è tua. Io vorrei, se non altro, vederti tranquillo; sei sempre irritato, diffidente, pauroso: sei ancora come un bambino. Che accadrà di te, se nostra madre viene a mancare? Io non lo so! Diventerai come un bambino orfano, abbandonato da tutti; e da me non vorrai niente. E allora?
Egli non batteva ciglio e pareva non ascoltasse, o non capisse bene, ma all’improvviso disse:
— Tu vorresti ch’io pigliassi moglie per liberarti di me; ho bell’e capito!