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— Ma se il nano lo prese dalla zuccheriera della zia Itria! Ma che pazzie son queste, poi? Ma chi è che le dice?

— Lei!

— Ma lo ha detto a te? No? Allora a chi?

— Puoi figurartelo.

— A Luca? Già! Anche lui, una volta, mi accusò di volerlo uccidere! Come sono sciocchi! Tutti sciocchi! — disse Gavina con dispetto. Poi ridiventò pensierosa. — E la mamma.... lo sa?

— Lo sa.

— Ah, lo sapeva e non mi diceva nulla! Perchè?

— Eh, tu devi ripartire! Che t’importa dei nostri pettegolezzi?

— Ah, io devo ripartire? — ella ripetè, come ricordandosi. — Vuol dire che voi tutti credete che fra me e voi non ci sia più nulla di comune? che non m’importi nulla di voi? Vuol dire questo? Su, parla, portavoce!

Ella scuoteva Paska, sulla cui testa la brocca oscillava come una bilancia.

— Eh, tu sei giovane! — disse Paska con semplicità, ammettendo ma scusando la triste supposizione di Gavina: — tu vivi in una grande città. Che devi pensare a noi ed ai nostri pettegolezzi? No! Che ne direbbe Francesco?

— Egli ha il cuore molto più ben fatto del vostro — disse Gavina, irritandosi. — Egli sa che una figlia pensa continuamente a sua ma-