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na penitente che il canonico Bellìa aveva tante volte atterrito.

Quando però scese e dall’uscio aperto della saletta intravide le tre figure nere, provò un senso di freddo; e senza che ella se ne accorgesse il suo viso riprese la sua antica espressione dura e severa. Entrò e non osò guardare in viso il suo ex-confessore. Egli a sua volta parve non accorgersi di lei; mentre il canonico Felix, al contrario, si alzava o la esaminava a lungo, facendo gesti di meraviglia e di ammirazione.

— Ma se io la vedevo per la strada non la riconoscevo! Una matrona, una vera matrona!

Si rimise a sedere, raccogliendosi la sottana fra le gambe, e il suo volto di santo riprese la solita espressione mite e soave.

Gavina andò a sedersi nell’angolo del sofà, accanto a sua madre.

— E Francesco? — le domandò seccamente il canonico Sulis.

— Non c’è: è andato alla vigna.

— Ma non sapeva che dovevano venire delle visite?

— Non lo sapeva, E andato via con Luca, stamatttina presto....

Egli sbuffava e si guardava attorno, rosso di collera, pronto a scattare se Gavina si permetteva di alzare la voce.

Anche il canonico Bellìa si guardava attorno, alla, sfuggita. Tutto era mutato, in quel