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re in cantina, se la signora Zoseppa lo permette....

La signora Zoseppa lo guardò severa, sembrandole una sconvenienza condurre il canonico Felix in cantina; ma i tre uomini erano già in piedi, sorridenti e beati, ed ella, dovette imitarli. Anche i ragazzi si alzarono, ma Priamo lasciò che i tre uomini e la signora Zoseppa uscissero, e invece di seguirli si volse e guardò Gavina che rimetteva sul vassojo una tazza rimasta sulla «console».

— Tu non vieni, Gavina?

— Sì, ora vengo....

Egli le si avvicinò, rosso in viso fin sotto il cerchio dei suoi capelli neri: le sue labbra si sporgevano tremanti, come agitate dal desiderio d’un bacio; ma Gavina abbassò gli occhi e uscì rapida, senza pronunziare una parola.



Luca tornò verso sera, e appena smontato da cavallo cominciò a inveire e a bestemmiare contro il servo che lavorava nel podere.

Gavina, affacciata alla finestra della sua camera, pensava ancora a Priamo, quando la voce rauca del fratello la scosse dal suo sogno. Vibrante di sdegno scese di corsa le scale, ma giunta nell’andito si fermò, per salutare