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l’idea che Michela abbia fatto un figlio per colpa tua? Dì’ la verità, a tua volta, sono stato io?

— Tu non mi hai detto precisamente questo, ma... me lo hai lasciato capire!

— Mai più! Tu stessa eri irresponsabile. Del resto, perchè vuoi togliere un figlio alla madre? Michela può benissimo allevarselo: è più morale.

— Ma io dico s’ella morrà.

— E lasciala morire, prima! Dopo, vedremo.

Michela non morì, e Gavina non parlò più del suo progetto. Ma a misura che il tempo passava e la speranza di avere un figlio si dileguava, ella si sentiva presa da un senso di noia e di vuoto. Ricominciò l’antica vita. Stava ore ed ore a lavorare accanto alla finestra e spesso si sorprendeva a pregare! Tranne il signor Zanche e qualche altro compaesano, non riceveva nessuno, e le lunghe giornate primaverili le davano un senso di melanconia; non desiderava nulla perchè le pareva di aver tutto, o meglio perchè tutto ciò che avrebbe potuto desiderare le sembrava illecito e vano nel medesimo tempo. Le pareva che il lusso, i divertimenti, i viaggi, la gloria, le passioni, tutto fosse inutile. Si muore: tutto finisce, tutto è vano.

Seduta davanti a una delle fontane di Villa Borghese passava ore ed ore ad annoiarsi,