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un luogo di vita dove tutto si muoveva e palpitava. E come davanti al mare ella provava un senso di ammirazione e di paura.
Il passo fatto l’avrebbe forse condotta laggiù. Ella non aveva niente da fare, ora che non andava in chiesa. E Francesco non la voleva fra i malati: che fare? Aveva denari, tempo, libertà: qualunque altra donna si sarebbe rallegrata di tanta fortuna; ella ricordava ancora, suo malgrado, le prediche dello zio canonico.
Il suo desiderio d’aver un figlio ingrandiva a misura che il tempo passava; ma anche questo sogno scaturiva in lei da una sorgente oscura, non dal bisogno di veder la sua vita prolungata in quella di un altro essere. Sotto il gran cielo di Roma ella respirava ancora l’aria chiusa della casa paterna; e spesso le sembrava di rivedere sua madre e Paska intente a pulire il grano, poichè s’avvicinava la Pasqua e bisognava preparare il pane bianco, il pane dolce, come al tempo degli Ebrei. La signora Zoseppa, senza accorgersi che viveva ancora in un’epoca biblica, si lamentava perchè i tempi erano cambiati e raccontava lo sue impressioni di giovinetta, poi di fidanzata, poi di sposa.
— Posso ben dire che quelli erano tempi. Mio marito non mi ha baciato prima del giorno delle nozze, e dopo non ha mai veduto il colore della mia sottoveste. Il marito, in quei