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lacea, grumi di sangue secco simili a fiori d’oleandro appassiti, e le ossa in colore degli stracci. Grandi uccelli scuri volteggiavano intorno a lui come mosche enormi, e pareva che egli li guardasse, coi buchi che gli avvoltoi avevano scavato nelle sue occhiaie; e il suo viso scarnato conservava un’espressione sarcastica.

E di fantasia in fantasia ella ricostruiva pietosamente tutto il dramma della montagna.


III.


Con la sua forma nettamente disegnata sopra la linea delle montagne del Marghine, il Monte San Teodoro ricorda il profilo di un montone, adagiato sulle gambe ripiegate, ma con la testa sollevata verso nordovest. Nelle notti stellate, quest’enorme bestia di granito par che voglia divorarsi l’Orsa Maggiore, le cui ruote scintillanti le sfiorano il muso. Gli speculatori le hanno tolto il suo vello di foreste; e d’estate pare non solo tosata ma anche scorticata, tutta d’un giallo sanguigno, a chiazze livide, striata di lunghe file di macchie verdastre e grigie. Soltanto sul collo, fin verso la nuca, un residuo di boschi la copre d’una specie di criniera scura;