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un istinto, di giorno in giorno, dopo la tragica avventura del suicidio di Priamo e della morte di zio Sorighe, ella univa una profonda disistima verso sè stessa.

Di giorno in giorno la sua fede cadeva; ma invece di inorgoglirsene o di provare un senso di liberazione, ella pensava, umiliandosi:

— E effetto della mia ignoranza. Che so io? Perchè un uomo ha errato, perchè la mia ignoranza e il mio carattere hanno provocato un dramma, devo concludere che nulla più del mio sogno esiste? Che cosa era la mia fede, se è crollata così, al primo urto? E che cosa è il dubbio che ora m’invade? È forse, come era la mia fede, un’illusione! Domani crederò ancora, posdomani dubiterò di nuovo. Io sono un’ignorante.

E il desiderio di sapere cresceva in lei, ed ella continuava a leggere tutto ciò che le capitava sotto mano, e tutto lo sembrava verità, verità tanto più profonda quanto più contraria a tutto ciò che aveva formato la sua fede; ma dopo un momento diffidava di nuovo della sua credulità, e suo malgrado ricordava le parole dello zio canonico. «La verità è in noi. Solo gli ignoranti si lasciano convincere dalle opinioni altrui».

Ma invano, col suo potere d’analisi sempre più acuto, ella cercava entro sè stessa la verità. Le pareva che tutto entro di lei fosse menzogna; poi si accorgeva che questo disprez-