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di umiliazione e di espiazione, ella cerca di indovinare quello che succede nel salottino del canonico Bellìa: egli entra, calmo, severo, con le palpebre livide abbassate e le sopracciglia corrugate, ma finge di non essere sorpreso per la venuta di Francesco, e dopo un breve colloquio finisce col restituirgli la lettera.

— Volevo evitare uno scandalo, un grave danno per la nostra cara Gavina. Fra due o tre giorni verrà riconosciuta l’innocenza del vecchio, che a quest’ora avrà già provato il suo alibi: nessuno pensa a perseguitarlo sul serio, ed egli si è nascosto perchè ci prova gusto. È un vecchio avventuroso; fra qualche giorno tornerà alla sua chiesa, alle sue canzonette, alle sue chiacchiere, e forse gli dispiacerà che l’avventura sia finita. Perchè dargli tanta importanza? Capisco: quella cara figliuola! Ha una coscienza così fina! E come sta? Le piace stare a Roma? Ma ora sarà inquieta per questo viaggio. Questo incidente!... mi dispiace; mi dispiace: ecco la lettera, ma non facciamo uno scandalo inutile, mi raccomando!

Francesco prende la lettera e se ne va senza rispondere. Ora è là, nella stanza da pranzo vasta e severa: Paska piange nel vederlo; la signora Zoseppa lo guarda spaventata. Egli la bacia ridendo, la rassicura, domanda notizie di Luca. Luca è ubbriaco. Nel veder Fran-