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II.


Eppure, dopo quel giorno, ella cominciò a provare nuovi scrupoli, sembrandole di peccare col darsi completamente a suo marito. Ricordava le teorie di sua madre e le velate allusioni del suo confessore, riguardo alla castità ed alla temperanza che deve regnare nei rapporti fra due sposi; e la umiliava il pensiero che Francesco possedesse il suo corpo e non la sua anima. Il segreto che ella non riusciva ancora a confessargli li divideva.

Inoltre le sembrava ingiusto che ella godesse mentre qualcuno soffriva per colpa sua. Le antiche superstizioni la riprendevano ed era certa che una disgrazia l’attendeva; il suo destino era lì, vigile, pronto a farle scontare i piaceri a cui ella s’abbandonava. E a misura che i suoi sensi si destavano e che i baci di Francesco riuscivano per qualche attimo a farle dimenticare il passato, ella sentiva una depressione morale, un desiderio di penitenza e una tristezza infinita. Allora cominciò a cercare dei pretesti per sfuggire agli abbracci dello sposo. Quando egli la chiamava ella si sentiva svenire dal desiderio di correre a lui; ma il suo istinto di privazione era tanto forte