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fondo; ed ella cercava la spiegazione di questo mistero. Dopo i primi giorni di smarrimento e di ripugnanza cominciò a credere che egli dubitasse di lei e soffrisse accorgendosi della sua insensibilità fisica e dei suoi affanni; e allora, nonostante l’orgoglio che la allontanava da lui, si creò un’altra inquietudine: ebbe paura di renderlo infelice.

— Basta, basta! — pensò. — Ho fatto sempre del male, sempre delle vittime. Ora basta.

E le sembrò di compiere un dovere restituendogli le sue carezze, imitando i suoi baci; ed egli, vedendola animarsi, provò quasi il delirio e la meraviglia dell'artefice a cui pare che la figura da lui plasmata palpiti come una creatura vivente.

— Tu dunque mi ami, Gavina! Amami, amami, diventiamo uno solo!

Ella arrossì, ma si accorse che incominciava ad amarlo davvero, e che l’amore e non il dovere le insegnava a corrispondergli.

Tuttavia vide ancora negli occhi di lui un’espressione d’angoscia, e s’accorse che anche lei soffriva; e le parve che quello che le avevano insegnato a considerare come il supremo peccato, la suprema gioia, fosse invece il supremo dolore.