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Quasi tutte le mattine il signor Zanche le portava i giornali dell’isola e involtini con dolci e frutta. Una mattina le portò due uova fresche. Egli le raccontava le vicende domestiche di artisti e giornalisti suoi amici, ma ella ascoltava distratta, diffidente, e spesso lo lasciava solo. Allora egli leggeva tranquillamente i suoi giornali, poi se ne andava ripetendo la solita offerta:

— Se le occorre qualche cosa mi comandi.

A Gavina sembrava che il signor Zanche indovinasse il dramma che si svolgeva entro di lei, e venisse per confortarla tacitamente o per offrirle aiuto. Ella sdegnava questo conforto e quest’aiuto, ma la presenza di quell’uomo le diventava necessaria perchè ella aveva paura di star sola coi suoi fantasmi e le sue inquietudini.

Dopo colazione Francesco andava a letto, conservando l’usanza del suo paese, e dormiva. Invitata, trascinata da lui, presa dal torpore del tempo piovoso e dalla stanchezza dei suoi pensieri tristi, ella lo imitava.

Quando si svegliava, Francesco la prendeva fra le braccia e la copriva di baci e di carezze; e pareva un altro; non scherzava più, non era più l’uomo freddo e calmo che ella aveva veduto nel gabinetto attiguo. Egli le parlava delirando, la chiamava coi nomi più dolci, ma diventava triste, e i suoi occhi, nei momenti di voluttà, esprimevano un dolore pro-