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— Ma se secondo «voi» nessuno è responsabile! — ella esclamò. E sollevò gli occhi, nei quali brillava un sorriso beffardo che contrastava con l’espressione cupa del suo viso.
Francesco corrugò la fronte o diventò pensieroso, quasi triste.
— Nessuno è responsabile, ma «tutti» dobbiamo comprenderlo. È il nostro scopo quello di far capire a «tutti» che l’irresponsabilità, appunto deve renderci cauti, prudenti, previdenti. I ciechi cadono meno spesso degli uomini dagli occhi sani. Io ti farò leggere....
— Niente! Io non credo ad una sillaba di quanto voi leggete o scrivete.... — ella interruppe con voce aspra — Non sono più una bambina. Ho veduto che cosa succede nella realtà. Tutto il resto è falso.
— Tu! Che cosa hai veduto tu?
— Ho veduto che spesso si crede di far del bene, e invece si fa del male.... Chi di noi non ha esperimentato questo?
— «Voi», — egli disse. E questa semplice parola finì di esasperarla.
— Ah, «noi?» — disse guardandolo da sotto in su, con occhi minacciosi. — E voi, voi fate soltanto del bene? Voi, voi? Coi vostri libri, forse? Ma se state a rovinare il mondo.
Egli sorrise, ridiventò allegro; sembrava felice di farla arrabbiare.
— E lo riedificheremo! — disse, con l’e-