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gli ostacoli che impediscono loro di vivere secondo il loro istinto e il loro desiderio. Non discutiamo se questi uomini siano d’ammirarsi o no. Io non li ammiro, ma certo io non ammiravo neppure il disgraziato Priamo. Che poteva fare di meglio se non uccidersi, poiché non aveva il coraggio di sciogliere la catena che lo legava? Egli doveva morire. L’uomo non può vivere senza libertà o senza speranza di libertà.

— Eppure tanti ne fanno a meno, — ella disse, con un sorriso amaro.

— Vuol dire che non se ne accorgono.... o che sperano in un giorno di liberazione di là da venire! Ma egli, egli non poteva crearsi questa illusione. Era abbastanza intelligente per capire che soltanto la morte era per lui una liberazione....

— Chi sa? Chi può sapere....

— Eh, io lo conoscevo! Cioè l’ho conosciuto.... Anche ultimamente ho veduto le lettere che scriveva a Michela. Si capiva subito che era uno squilibrato e un vinto. Le scriveva come ad una creatura superiore che potesse comprenderlo, o meglio come se le lettere fossero dirette ad una donna ben diversa da lei.

— Ed essa te l’ha fatte leggere? Ma non si vergognava? — proruppe Gavina.

Un tremito l’assali. Strinse le ginocchia e i denti per frenarsi, e abbassò le palpebre, fa-