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con cui riceveva la confessione dei moribondi. Per lui nella vita non v’era gioia, e il matrimonio era semplicemente un «passo» qualche volta più triste e difficile di quello della morte.

Gavina gli parlò della lettera ricevuta e respinta: non perchè la sua azione le sembrasse un peccato, ma perchè aveva bisogno di liberarsi della sua inquietudine e in qualche modo avvertire il canonico Bellìa che tenesse d’occhio Priamo. Ma il confessore non parve capire tutta l’importanza del fatto. Ancora una volta ella parlava di un peccato non suo; e tante volte egli l’aveva severamente avvertita di non occuparsi dei peccati degli altri.

Nel pomeriggio Francesco andò a trovar Michela, che non usciva più di casa perchè la sua gravidanza era inoltrata; indi, per incarico della zia Itria, visitò l’ex-frate malato di polmonite, e in ultimo entrò dalla vecchia obesa. Alcuni dei soliti frequentatori della «piazzetta» sedevano assieme con lei intorno ad un braciere ardente, e appena Francesco disse che l’ex-frate stava molto male, il nano si mise a piangere e a gridare:

— E se egli muore con chi partirò?

— Malanno che ti colga, — disse la vecchia — tu piangi per interesse, non per dolore! Ah, siete così tutti; tutti così!

Poi domandò a Francesco notizie di Michela: e i suoi visitatori cominciarono a ridere, bur-