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col tuo vecohio procuratore, tutti dicevano che io dovevo sposarmi con lui! Figurati i commenti, le risate, le maldicenze!
— Sono contento perchè il tempo è bello, — egli disse, senza troppo badare alle parole di lei. — Faremo una buona traversata. Ieri a Roma sembrava proprio un giorno d’aprile. Vedrai com’è bello; davanti alla casa ove noi andremo ad abitare c’è un villino con un giardino tutto fiorito di rose.
— Rose? — ella ripetè meravigliata; e mentre Francesco descriveva ancora una volta l’appartamentino della casa in via Piemonte, che egli aveva «prelevato» da una signorina francese, acquistandone anche l’elegante mobilio, ella osservò sottovoce:
— Tua madre dice che ieri, invece, sulle montagne ha nevicato.... dev’esser brutto in quei villaggi lassù. Ci dev’esser freddo....
Dopo un momento, seguendo il filo dei suoi pensieri domandò:
— Tu.... ti confesserai? Me lo hai promesso.
— Ma sì! Gliel’ho già detto a tuo zio; voglio anzi confessargli cose orribili, per spaventarlo.
— Non scherzare! — ella disse corrugando le sopracciglia; poi si alzò e volle uscire nell’orto.
La notte era così chiara che si distinguevano le ombre delle macchie sulle chine della montagna. S’udiva il torrente, e nell’orto nudo l’el-