Pagina:Sino al confine.djvu/142


— 136 —

da, sprezzante d’ogni civetteria. Egli credeva di conoscerla profondamente, e insisteva nell’idea di farle in qualche modo cambiar carattere, di riuscire a innamorarla, a scuoterla, a «vivificarla».

In fondo egli era un primitivo, non si affannava in vane domande e amava con gioia la vita solo perchè era la vita: forse per questa sua passione aveva scelto la carriera di medico, la lotta contro le insidie della morte; forse Gavina lo interessava perchè egli vedeva in lei un essere moralmente malato, un’anima morta da ridestare. Orgoglioso, di un orgoglio che pareva volontà tenace e paziente, voleva però far innamorare di sè Gavina anche per farle dimenticare ch’essa era ricca e lui povero; quindi cominciò a corteggiarla con ardore; ma ella capiva, e più egli si mostrava appassionato, diventandolo davvero, più ella si ritraeva disgustata e turbata.



Fra le condizioni imposte da lei vi era quella di non partecipare a nessuno il loro fidanzamento, fino alla vigilia del matrimonio.

— Non occorre far sapere agli altri la nostra felicità.

Seduta sotto la quercia, col viso fieramente