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di salute. Noi potremo anche farlo venire da noi....

Gavina sollevò il capo spaventata.

— Oh, questo poi no! no.... questo no! La miglior cosa che io possa fare, anzi, è di allontanarmi da lui. Egli ha paura di me, una paura pazza.... ma quel che è peggio è che anch’io comincio ad aver paura di lui!

— Non si preoccupi oltre! Farò quello che lei vorrà: glielo prometto.

— Me lo promette davvero? — ella insistè, guardandolo; ed i suoi occhi, velati da una sofferenza quasi fisica, erano così tristi e supplichevoli che Francesco si turbò.

— Vuole che glielo prometta per iscritto? — domandò, scherzando per nascondere la sua inquietudine. — Tutto quello che vuole! Parliamo ora delle altre cose.

Gavina parve ricordarsi; guardò ancora davanti a sè e riprese la posizione di prima.

— Aspetti!... Avevo tante cose da dirle.... e adesso non le ricordo più. Un’altra cosa che mi preme assai, che anzi mi preme più di tutte, è questa. Lei lo sa.... io sono credente. Un tempo lo ero di più: ero quasi bigotta.... So che lei non è credente, ed io non l’annoierò pretendendo che lei si converta, ma anche lei mi lascerà libera di praticare la mia fede.

— Lei sarà padrona di fare quello che vorrà; ormai io la conosco, Gavina, e non ci sarà del merito, da parte mia, di concederle piena li-