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tagna, e adesso mi pare che stia bene. E lei, piuttosto, lei come sta?

— Bene. Sto in villeggiatura anch’io, adesso! Le chiedo scusa se l’ho fatto venire fin qui. È stanco? È venuto a piedi? Mi scuserà....

— Ma perchè parla così? E la signora Zoseppa?

Ella mise una mano sul muricciuolo, accennandogli di sedersi accanto a lei.

— È giù nella casetta. Se non le dispiace, prima di andare dalla mamma parleremo un po’. Bisogna che parliamo di Luca e.... di altre cose....

— Soprattutto di altre cose, — egli disse, sedendosele accanto e volgendosi tutto a lei, senza mai staccarle dal viso lo sguardo luminoso.

Ma gli occhi di lei sfuggivano quello sguardo, e il suo viso restava serio. Anche Francesco s’oscurò in viso.

— Parli, parli, — disse quasi umilmente, — non mi lasci in pena.

— Senta, — ella cominciò, ripiegandosi su sè stessa in atteggiamento stanco e appoggiando i gomiti alle ginocchia e il viso alle mani, — lei mi ha scritto che è venuto per me, per domandarmi se finalmente le voglio bene. Lei spera questo, perchè in questi ultimi tempi le ho mandato qualche saluto affettuoso. Ora devo dirle tutto.... sì, ho pensato