Pagina:Sino al confine.djvu/127


— 121 —


Non stare oltre a seccare.... prendi marito: questa è la tua missione, se vuoi capirla: se no....

— Finitela! — disse Gavina offesa. — Non vi ho mai sentito parlare così!

Il canonico continuò a sbuffare e a borbottare; ella lo lasciò e pregò Paska di accompagnarla alla fontana. Aveva bisogno di aria: soffocava, le pareva che tutto intorno a lei avesse odore di tomba.

— Anch’io ho tremato quando egli mi ha gettato la rosa, — pensava, giudicandosi spietatamente. — Che accadrà di me se resterò in quest’ambiente?

E mentre Paska riempiva la brocca alla fontana, ella guardava le montagne azzurre sull’orizzonte lunare, e ascoltando il grido dell’assiuolo che pareva un richiamo insistente, provava un desiderio selvaggio: arrampicarsi fra le roccie, nascondersi nel nido dell’uccello notturno, non ritornare più fra la gente.

Passando davanti alla casa di Michela non si fermavano più, ma il ricordo della disgraziata non le abbandonava e Paska non parlava d’altro.

— Tu hai fatto bene a non lasciarla più entrare in casa nostra, quella faccia di scimmia! — diceva a Gavina. — Io, del resto, non ho mai avuto una grande fiducia in lei. Ricòrdatelo. Ricordati come parlava di Francesco Fais.... con che sfacciataggine....

Al nome di Francesco Gavina si scosse e