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V. La rivelazione divina è imperfetta, epperciò soggetta a progresso continuo e indefinito, corrispondente al progresso della ragione umana.
- Encicl. Qui pluribus, 9 novembre 1846.
- Alloc. Maxima quidam, 9 giugno 1862.
VI. La fede di Cristo si oppone alla umana ragione; e la rivelazione divina non solo non giova nulla, ma nuoce eziandio alla perfezione dell’uomo.
- Encicl. Qui pluribus, 9 novembre 1846.
- Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.
VII. Le profezie e i miracoli, esposti e narrati nella sacra Scrittura, sono invenzioni di poeti, e i misteri della fede cristiana sono il risultato di indagini filosofiche; e nei libri dell’antico e del nuovo Testamento si contengono dei miti; e Gesù Cristo stesso è un mito.
- Encicl. Qui pluribus, 9 novembre 1846.
- Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.
Razionalismo moderato.
VIII. Siccome la ragione umana si equipara colla stessa religione, perciò le discipline teologiche hannosi a trattare al modo delle filosofiche.
- Alloc. Singulari quadam perfusi, 9 decembre 1854.
IX. Tutti indistintamente i dommi della religione cristiana sono obbietto della naturale scienza ossia filosofìa, e l’umana ragione, storicamente solo coltivata, può colle sue naturali forze e principii pervenire alla vera scienza di tutti i dommi anche i più reconditi, purchè questi dommi sieno stati alla stessa ragione proposti.
- Lett. all’Arciv. di Frisinga Gravissimas, 11 decembre 1862.
- Lett. al medesimo Tuas libenter, 21 decembre 1863.
X. Altro essendo il filosofo ed altro la filosofia, quegli ha diritto e ufficio di sottomettersi alla autorità ch’esso ha provato essere vera; ma la filosofia nè può, nè deve sottomettersi ad alcuna autorità.
- Lett. all’Arciv. di Frisinga Gravissimas, 11 decembre 1862.
- Lett. al medesimo Tuas libenter, 21 decembre 1863.