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simativi. Volevamo aggiungere una Appendice sulla Moneta, ma trovammo difficoltà quasi insormontabili. Da noi si deve aver cominciato a battere moneta solo intorno al 1237 e si deve aver continuato non più in là del 1311 (Ronchetti, Memor. stor. 5 p. 14), poichè lo Statuto del 1331, mentre intralascia di occuparsi di questo grave obbietto, ne adduce anche apertamente la ragione, vale a dire, perchè da lungo tempo la nostra città non fabbricava più moneta propria. La storia della moneta adunque prima e dopo questo periodo non può essere per noi che la storia del corso delle monete forastiere sulla nostra piazza, con tutte quelle innumerevoli variazioni, che la maggior parte delle volte non erano regolate che da uno sfacciato arbitrio. L’operetta quindi del conte Sozzi sulla Moneta di Bergamo può supplire fino ad un certo punto alla mancanza del nostro scritto: il tentativo poi di porre d’accordo gli esemplari sopravvissuti colle indicazioni date dai documenti esigerebbe, oltre alla investigazione storica sui documenti stessi, nuovi e più dilicati assaggi, che per mille circostanze ci quasi impossibile di poter ottenere.

Perchè non abbiamo dato un titolo più generale a questo scritto, lo chiarirà la piccola Introduzione che lo precede; solo il Sextarius dei grani e quello del vino sono creazione veramente nostra: i pesi, le misure lineari e quelle di superficie non sono che alterazioni più o meno notevoli di vecchi sistemi a noi pervenuti di generazione in generazione: ed è per questo che non ce ne occupammo che in apposite Appendici. Se è ardire, senza veruna scorta, l’aver affrontato un argomento, al quale nessuno fra noi